È sicuro usare ChatGPT? (#2)

Aggiungo, alle considerazioni in questo post, qualche altra riflessione sui rischi di utilizzare ChatGPT e gli strumenti IA in generale. Il prof. White, menzionato nel post, invita a: 1) usare ChatGPT come strumento di “intelligenza aumentata” per incrementare, anziché ridurre, le nostre capacità cognitive; 2) chiederci se, a causa del modo in cui usiamo l’IA, un domani sarà più facile sostituirci con l’IA stessa oppure con qualcuno che la sa usare e, in più, ha anche le competenze X, Y e Z che noi non abbiamo o abbiamo perso. È questa la vera domanda che dovrebbero farsi anche gli studenti che ricorrono a ChatGPT o strumenti simili per ‘semplificarsi la vita’. La questione importante non è se facendo svolgere un certo compito all’IA si possa essere ‘beccati dai docenti’, ma se in questo modo si toglie qualcosa alle proprie capacità aumentando la probabilità, in futuro, di diventare superflui, almeno dal punto di vista lavorativo. Allo stesso tempo, però, le istituzioni formative devono chiedersi quali contenuti, vecchi e nuovi, siano significativi nell’epoca dell’IA. L’abilità di sommare lunghe liste di numeri, ad esempio, non è particolarmente utile se sono disponibili calcolatrici e PC. Quali competenze, allora, è importante che gli studenti (e i docenti) sviluppino quando si hanno a disposizione una miriade di strumenti IA? Si tratterà, molto probabilmente, di competenze di alto livello, come ad esempio la capacità di pianificare un compito e formulare un prompt in modo da ottenere un risultato migliore, di controllare l’output e di inserire in modo ottimale un sistema IA all’interno di un dato contesto. Ma una competenza di alto livello, che ritengo altrettanto importante, sarà anche quella di capire ancora meglio quando non utilizzare l’IA. Ne parleremo in un prossimo post.


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